giovedì 31 maggio 2012

ERMETE TRISMEGISTO

Ermete Trismegisto è un personaggio leggendario di età greca sospeso nel mistero del tempo,a quanto pare fu sacerdote, filosofo, legislatore, mago, alchimista, addirittura come si evince in qualche scritto e nel pavimento del duomo di Siena, pare che egli fosse considerato da qualcuno "contemporaneo se non antecedente a Mosè e qualche leggenda lo identifica anche come consanguineo del sommo uomo del diluvio. La sua fama fu talmente leggendaria da essere considerato un "semidio", infatti, il suo nome, Ermete Trismegisto significa letteralmente «Ermes il tre volte grandissimo», come vuole la tradizione degli egizi che aggiungeva l'aggettivo «grande» davanti al nome delle divinità. Ermete era quindi appunto indicato come il "grandissimo" per tre volte (tris-megisto) e la sua figura mitica è nata dall’identificazione del greco Hermes (che diverrà poi Mercurio) con il più antico Ermete Thoth, il "misterioso e primigenio iniziatore dell’Egitto alle sacre dottrine", egli venne anche indicato quale patriarca indiscusso della Scienza Alchemica. Come già accennato, Ermete fu fin dall'antichità accostato a Thot, tra i due, infatti, le similitudini sono molteplici: sia thot che Ermete sono al servizio di una divinità superiore (Ermete è messaggero di Zeus, Thot è lo scriba di Osiride), Ermete è dio della parola e Thot è dio della parola e della letteratura, entrambi sono accompagnatori delle anime dei defunti nell'oltretomba. Sia Ermete che Thot sono inoltre gli dèi della scrittura e della magia. Sia Thot che Ermete rappresentano per i greci e per gli egizi il dio rivelatore della verità e mediatore tra gli uomini e gli dei. Sin dal passato si attribuiscono ad Ermete decine di migliaia di opere, di grande antichità ed immensa importanza, anteriori persino a Pitagora e Platone, che, secondo molti, da quei testi avrebbero attinto parte del loro sapere, per esempio secondo Cirillo di Alessandria e Marsilio Ficino, Platone e pitagora avrebbero conosciuto in Egitto una sapienza antica risalente all'epoca di Mosè.
Già nella tradizione religiosa dell’antico Egitto si fa riferimento a differenti personaggi chiamati Ermete. Il primo fu "innanzi a tutte le cose", comprese egli solo la natura tra cielo e terra e depose tale conoscenza in scritti che furono a lungo tenuti celati. "Comunicò il sapere a Camefi, avo di Iside e Osiride ed a questi concesse di penetrare negli arcani suoi scritti. Quelle prime scritture furono poi tradotte in lingua comune dal secondo Ermete, inventore della scrittura, della grammatica, dell’astronomia, della geometria, della medicina, della musica, dell’aritmetica, della religione e di tutte le arti". A questo punto, come vuole una parte della tradizione gnostica il significato del termine Trimegisto è inteso nel senso di "tre volte incarnato". Si tratterebbe cioè della triplice incarnazione in Egitto del medesimo personaggio, Ermete, che sempre visse filosoficamente, dedito alla conoscenza, il quale nel corso della sua terza vita torna come un unica forma di se stesso. Poco importa a questo punto sapere a quale epoca storica precisamente risalgano i numerosi scritti attribuiti ad Ermete Trimegisto, tutti rinvenuti in lingua greca: certo è ch’essi sono accomunati da un pensiero che attinge ad un’esperienza mistico-spirituale universale. Nei suoi discorsi ad Asclepio, suo discepolo, Ermete parla di Dio come inconoscibile, invisibile, incorporeo; tuttavia "egli concederà a qualche eletto la facoltà di innalzarsi al di sopra delle cose naturali e raggiungerlo, così da percepire un barlume della sua somma perfezione" per poterla comunicare al resto dell'umanità. Il mondo antico apprezzò molto questa credenza alla quale si accedeva tramite riti iniziatici, in cui erano ammessi gli adepti che se ne mostravano degni: essi dovevano sottoporsi a prove che ne sondavano le attitudini fisiche, morali ed intellettuali. Di Ermete trismegisto fu detto:"Ermete vide la totalità delle cose e, vistala, comprese; e con la comprensione acquisì la forza di testimoniare e rivelare. Mise per iscritto il suo pensiero e occultò gran parte dei suoi scritti, a volte saggiamente tacendo, a volte parlando, così che in avvenire il mondo continuasse a cercare queste cose. E, comandato agli dei suoi fratelli di fargli da corteo, ascese alle stelle". A lui si fa risalire un trattato chiamato "Corpus Hermeticum" in realtà collocabile tra il II e il III sec.d.C. (un tempo ritenuto molto più antico), composto da 14 trattati che vennero diffusi in Europa grazie alla loro traduzione ad opera di Marsilio Ficino negli anni 1463-64. Gli viene anche attribuito un trattato-cult di tutta la Scienza Ermetica: la Tabula Smaragdina o Tavola di Smeraldo, costituita da 10 punti in cui tutti noi dovremmo trovare uno stimolo alla riflessione. A lui è attribuita quella corrente filosofica che fiori'nel II secolo d.C., nota come ermetismo, un complesso di dottrine mistico-religiose e filosofiche alle quali si affiancarono teorie astrologiche, elementi della filosofia di ispirazione platonica e pitagorica, credenze gnostiche e antiche procedure magiche egizie. -ARTICOLO CORRELATO: vi presento il mio libro-blog

Nessun commento:

Posta un commento